Per quanto indietro possa spingermi con la memoria, mi è
sempre piaciuto mangiare e bere bene. Mi considero un consumatore selettivo però, ma
anche fortunato. Il mio lavoro, infatti, spesso mi offre la possibilità di
frequentare posti dove il mangiare e il bere sono prodotti, serviti, esposti,
promossi, dimostrati…. Certe volte questi posti, anche se si rivelano veri e
propri concili gastronomici, con papi e cardinali, strateghi golosi e penne
sapute, che la spiegano, mi consentono di avvicinarmi a interessanti prodotti e
persone originali che fanno parte della ricca produzione agro-alimentare di
qualità del nostro Paese. E il mio istinto di ricercatore di cose buone, anche
se mi trovo lì per altro, mi porta sempre a caccia di questi. Non c’è niente da
fare! Il mio modo di selezionare è anche molto di pelle e quando trovo qualcosa che rispetta i miei canoni, che
mi piace, in cui avverto il sapore bonario che cerco nei cibi anche per il mio
nutrimento quotidiano in famiglia, lo inseguo, lo quaglio, me lo tengo stretto. E con chi me lo
fornisce instauro quasi un vincolo di dipendenza. Per questo li chiamo i
miei Pusher del Food. Anche perché alcuni di essi, proprio per la loro
specifica limitata produzione, mi forniscono solo a piccole dosi le loro esclusive
prelibatezze. A volte vere e proprie
ceneri di civiltà contadina di cui vado ghiotto e di cui non posso farne
a meno. Bocconi divini dell’arte agro-alimentare,
diventati per me un atto di fede religiosa a tavola, senza i quali oggi il
mio gusto e il mio sapere sarebbero molto più poveri. Ho avuto la fortuna di
scovarli nel tempo i miei Pusher del Food. E col tempo si è stabilito tra noi un rapporto di fiducia vero. Mi fanno sentire tranquillo,
rassicurato, per quel che metto in pancia. Ne cito solo due qui, perché in questo periodo a casa mia
vanno per la maggiore, anche se la lista sarebbe veramente lunga e comprende
formaggi, salumi, pasta, riso, carne, pesci, prodotti da forno, vini, birre,…ecc.ecc.. Spero quindi
che “i non citati”, quelli che sanno, non si offendano. Eccoli: Barbara
Proietti Mondi e il suo compagno Roberto Dalmas che producono uno splendido “Olio
Extravergine di Oliva Mondi ai Colli” di Gualdo Cattaneo (Pg). Solo olio
extravergine buonissimo, puro, altrimenti niente. Solo quanto ne vuole la
stagione, e solo quanto ne vuole la legge della natura che governa il loro
piccolo appezzamento di ulivi in una delle più belle colline dell’Umbria. L’altro
mio “aficionado” Pusher del Food è Giovanni Quadrano con la sua strabiliante
Mozzarella di Bufala campana. Oltre che produttore Giovanni è anche uno
straordinario selezionatore di squisitezze con la sua bottega “Eccellenze Alimentari”, in quel di Bacoli
(Na). Giovanni Quadrano è una persona squisita che m’imbarazza anche a volte
per l’attenzione che mi rivolge. Figuratevi che se capito ovunque in Campania o
giù di lì mi raggiunge con la sua Mozzarella appena fatta per farmela
assaggiare. Cosa dire poi che la “mia” mozzarella, Giovanni, me la manda solo
quando lui sa. I miei Pusher del Food li adoro tutti. Quando prendo
possesso della tavola, grazie a loro, lo faccio da re, gustandomi pasciuto le primizie che mi forniscono. Benedico il giorno che li ho incontrati, il giorno in cui li ho scoperti.
P.s. Il “pezzo” lo
avevo nero su bianco già da un po’, ma vi racconto cosa mi è capitato ieri…. La
domenica l’ho trascorsa a Torino. Prima al Salone del Libro e poi in giro per la città che ieri ospitava
gli artisti di strada. Dopo il Salone, dal Lingotto, riprendo la macchina per
raggiungere il centro. In zona San Salvario, giro l’angolo che incrocia Corso
Massimo d’Azeglio e non credo ai miei occhi: c’è un cartello stradale che indica
“pusher”. Una palina stradale vera e propria con una biffa da galera stampata
sopra. Strizzo gli occhi e li riapro per leggere bene. Non ci credo: indica
pusher. Davvero. Se non mi credete leggete qui un articolo di qualche giorno fa
su La Stampa che ho beccato on line stamattina cercando info: http://www.lastampa.it/2016/05/13/cronaca/quel-cartello-che-segnala-i-pusher-cqhK3ZKFBz3Pnij93JUvEK/pagina.html
Dopo questa che ho visto a Torino propongo una segnaletica
stradale che indica Pusher del Food, con stampata sopra una bella bocca
sorridente e goduta. Solo per i fornitori di chicche, di nicchie eno-gastronomiche mirabolanti che sollevano lo
spirito, la mente, la gioia di vivere.
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