mercoledì 27 aprile 2016

I saperi della cucina nella relazione e attraverso la relazione


Ogni volta che vedo la Palazzina di caccia di Stupinigi, (Torino), una delle tante regge Sabaude inserita dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità, mi manca il fiato. E la mente corre indietro nel tempo a sognare la maestosità dell’epoca che fu. La Palazzina di Stupinigi, però, non nasce come reggia, ma come ritrovo per la caccia: la statua in bronzo di un enorme cervo, simbolo della palazzina stessa, che domina dalla sua cupola ne è l’emblema evidente. E questo la dice lunga come molto spesso il tema della caccia sia collegato con la celebrazione delle residenze, dei luoghi di delizia e dei parchi allestiti dai Savoia. Pare insomma che esistesse una stretta connessione fra la caccia e l’immagine del potere, ma anche, di conseguenza, fra la caccia e l’attualità politica. Ma questo è un altro discorso. Sono qui per la Mostra Regine e Re di Cuochi dedicata alla Cucina italiana d’Autore, un percorso espositivo affascinante, multisensoriale, tattile anche, che consente di conoscere i 33 grandi cuochi interpreti della cucina italiana contemporanea e di entrare nei processi creativi e nelle cucine che caratterizzano la loro produzione autoriale (fino al 6 giugno). Collateralmente alla mostra si tiene un dibattito “La Cucina come Impresa” e i due protagonisti chiamati a discutere su questo interessante argomento, mediato dalla nota giornalista Marisa Fumagalli, appassionata scrittrice di enogastronomia del Corriere della Sera, sono due imprenditori: Davide Oldani, cuoco patron del Ristorante D’O di Cornaredo (Mi), e Angelo Agnelli a capo dell’azienda di famiglia Pentole Agnelli, a Lallio (Bg). Fiducia, coraggio, incontro, innesto, studio e progettazione, sono gli elementi che sono usciti fuori dal dialogo, e su cui si basa la relazione tra chi produce pentole e gli chef. Il confronto fra i due è filato per un’ora mezza, con un centinaio di uditori ammaliati dal fascino oratorio dei due e dalla loro complicità e complementarietà. Il rapporto fra chi fa impresa di ristorazione e chi di attrezzature per essa,  orientato secondo logiche di scambio e contaminazione nel quale la dimensione teorica e le pratiche sono reciprocamente assunte e dibattute…..Il confronto con l'obiettivo orientato al meglio e a rendere, per esempio, quella determinata padella, un prodotto migliore, per un modello di lavoro attuale, aggiornato all’esigenza della cucina moderna, delle ricette attuali, senza perdere l’effetto professionale che essa deve avere #NONTOCCATEMILAPADELLA. L'acquisizione della conoscenza, dell’una e dell’altra attività, che è anche relazionale, e si determina soprattutto nella dialogicità quotidiana. Nella consapevolezza che apprendere uno dall’altro è costruire, ricostruire, constatare per cambiare. L’impegno a rispondersi e non solo ad attendere, a proporre e non solo a consultare, a coinvolgere e non solo a socializzare. . E questo non lo si fa senza aprirsi al rischio e all'avventura dello spirito. Che bello!  I saperi della cucina nella relazione e attraverso la relazione.




Nessun commento:

Posta un commento