Premessa.
Mi piace fare sport. Mi piace correre soprattutto. Non sono però un fissato degli allenamenti, delle ripetute, della fatica gratuita, della prestazione a tutti i costi. Non sono per la sofferenza, insomma. Il mio fisico quindi non è da runner, anche perché a tavola non rinuncio mai. Devo ancora capire se corro per mangiare o mangio per correre. Correre però è quello che posso fare, in ogni stagione, ad ogni ora del giorno, quando posso e quando ne ho voglia. Col lavoro che faccio, sempre in giro, tra ristoranti, iniziative, eventi, fiere del settore, e non, la corsa è quello che mi mette in pace con i miei eccessi. Tanto so che poi corro. La pratico dove mi trovo: ed è questo il bello. Ho corso, in un casino di posti in Italia e del mondo. Correre è un po’ come conoscere i luoghi dove mi trovo nel loro intimo, sotto punti di vista che vanno oltre le segnalazioni, i consigli, le guide, gli occhi. Con me ho sempre il mio zainetto con quel che serve per correre, ovunque: calze, scarpe, pantaloncini, maglietta, ricambi. Pesa niente. Il più delle volte corro in solitario: è qui che mi entra in circolo e si sviluppa meglio, in maniera naturale, la mia fase creativa. Quando sono a casa a Bra, soprattutto la domenica, invece, corro coi Sunday Run, un gruppo di amici con cui condivido lo spirito della corsa. Alcuni di loro sono anche competitivi e da loro mi faccio, (e mi piace farmi), trascinare in alcune gare. Quelle che per me rimangono le mie “mitiche imprese”. Al mio attivo ne ho poche, ma di tutte ne sono orgoglioso e le posto sul profilo whatsApp (unico mezzo social che uso). Corro lento, ma fiero è il mio principio da runner. Perché mi piace lo sport di fatica, ma per svago, senza l’assillo del cronometro, seppur lo consulto ad ogni fine corsa.
Mi piace fare sport. Mi piace correre soprattutto. Non sono però un fissato degli allenamenti, delle ripetute, della fatica gratuita, della prestazione a tutti i costi. Non sono per la sofferenza, insomma. Il mio fisico quindi non è da runner, anche perché a tavola non rinuncio mai. Devo ancora capire se corro per mangiare o mangio per correre. Correre però è quello che posso fare, in ogni stagione, ad ogni ora del giorno, quando posso e quando ne ho voglia. Col lavoro che faccio, sempre in giro, tra ristoranti, iniziative, eventi, fiere del settore, e non, la corsa è quello che mi mette in pace con i miei eccessi. Tanto so che poi corro. La pratico dove mi trovo: ed è questo il bello. Ho corso, in un casino di posti in Italia e del mondo. Correre è un po’ come conoscere i luoghi dove mi trovo nel loro intimo, sotto punti di vista che vanno oltre le segnalazioni, i consigli, le guide, gli occhi. Con me ho sempre il mio zainetto con quel che serve per correre, ovunque: calze, scarpe, pantaloncini, maglietta, ricambi. Pesa niente. Il più delle volte corro in solitario: è qui che mi entra in circolo e si sviluppa meglio, in maniera naturale, la mia fase creativa. Quando sono a casa a Bra, soprattutto la domenica, invece, corro coi Sunday Run, un gruppo di amici con cui condivido lo spirito della corsa. Alcuni di loro sono anche competitivi e da loro mi faccio, (e mi piace farmi), trascinare in alcune gare. Quelle che per me rimangono le mie “mitiche imprese”. Al mio attivo ne ho poche, ma di tutte ne sono orgoglioso e le posto sul profilo whatsApp (unico mezzo social che uso). Corro lento, ma fiero è il mio principio da runner. Perché mi piace lo sport di fatica, ma per svago, senza l’assillo del cronometro, seppur lo consulto ad ogni fine corsa.
Venerdì 1 aprile, Firenze, Boscolo Astoria Hotel, ore 13.00, check in. Sono qui con la famiglia perché sabato sera ritiro il riconoscimento “terzo posto”, al sondaggio on line di Italia a Tavola "Personaggio dell'anno 2015", sezione opinion leader: podio con 6.812 voti! Prima di me Sara Papa e Joe Bastianich. Dopo di me, in classifica, illustri personaggi, anche amici. Qui lascio macchina, bagagli, moglie e figlio. Alle 16.00 devo ripartire da solo in treno per Roma dove la sera ho un impegno nel negozio monomarca di Pentole Agnelli: si rinnova #NONTOCCATEMILAPADELLA , il format del progetto dedicato alla stampa e amici influenti.
“Buongiorno e benvenuto signor Di
Dio: la informiamo che domenica mattina tutte le strade del centro di
Firenze saranno chiuse al traffico perché c’è la mezza maratona” - mi dice
la signorina della reception mentre mi accoglie.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
(E’ questo, quasi come un urlo, che mi si ripercuoterà in testa per non so
quante volte da quel momento in poi).
“Per cui – continua la signorina - le
consigliamo di partire la mattina prestissimo o dopo le ore 12, termine della
corsa…, eccole il flyer della Uisp che organizza l’iniziativa
sportiva con tutte le indicazioni del caso sulle vie d’accesso e no”.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Con la coda dell’occhio capto gli
sguardi preoccupati di “sfida” di Claudia e Enrico che quasi in coro mi dicono
ciascuno la propria: “Mica penserai di correre”…., mia moglie, “Papino,
mica te la vuoi perdere?”…., Enrico.
In macchina ho tutto quel che
serve, anche se è roba da sfigato e non da gara.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
La devo fare! Becco il flyer della
Uisp e senza pensarci un attimo chiamo dal cellulare il nr di
telefono dell’organizzazione….1 squillo, 2 squilli, 3 squilli, 4 squilli….sono
ansioso….Qualcuno mi risponda c…..! Solitamente al terzo squillo mollo, ma
stavolta insisto fino a quando non cade la linea. Deluso, mi conforto guardando
l’ora: saranno tutti in pausa pranzo, penso.
La mezzaaaaa maratonaaaaa….?!?!?!
Mica me la posso perdere!? Sul
treno ci riprovo. Al terzo squillo dall’altra parte del
telefono finalmente una voce: “Uisp Firenze, buongiorno ….,
desidera?”. Gli spiego che sono arrivato a Firenze da poco, ho
saputo della “mezza” e vorrei iscrivermi. Rafforzo di più con “ho visto che on
line non è più possibile….”. “Appunto, mi spiace Signore, ma la “mezza” è già
chiusa da un pezzo…”. Insisto ancora alla mia maniera…. “No, davvero Signore, mi
creda….neanche più un pettorale” – mi ribadisce. A sto punto carico ancora
di più l’asso….. Sono alla supplica, alla faccia da culo senza vergogna,
all’insistenza più piagnucolosa, caritevole....Finalmente dall’altra parte, non
so se per pietà o per sfinimento strappo una improbabile promessa : “Mah,
guardi Signore, non so che dirle...., provi a fare un salto domattina in Piazza
Santa Croce dove consegneremo i pettorali e pacco gara. Ma non le
assicuro nulla perché è da un pezzo che abbiamo il tutto esaurito”.
La mezzaaaaa maratonaaaaa….?!?!?!
La serata di sabato a Roma
scorre in maniera speciale. Ritrovo gli amici influenti coi quali chiacchiero, ipotizzo
programmo. Si ride, si scherza, si selfieggia, anche. Ma soprattutto si
assaggiano assieme le cose squisite che ha preparato lo chef Adriano
Baldassare: battuta di vacca, crescione e yogurt, raviolo di ostrica, polpetta
di coda, carpaccio di funghi, agnolotti cacio e pepe, spaghettoni ajo e ojo,
cappuccino di baccalà, hamburger con pane cumino, insalata di coniglio su fetta
pane nero. Per non farmi mancare niente ci abbino senza regole precise tutta la
batteria dei vini, bianchi e rossi, di Casale del Giglio a disposizione, e in
più qualche cocktail tanto per gradire. Abbandono, con un po’ di sacrificio e anche
dispiacere la serata all'1 di notte passata...La pancia è piena. L'albergo è a
due passi, ma allungo…per digerire meglio! Spengo la luce alle 2 su per giù....
La mezzaaaa maratonaaaaa!?!?!?!
Sabato mattina ri-arrivo a Firenze
Santa, Maria Novella. Senza passare dall’albergo mi precipito in piazza Santa Croce
dove mi raggiungono Claudia e Enrico coi loro due sentimenti diversi, ma
invariati. Nella postazione destinata al ritiro del pacco gara c'è il mondo
multi etnico. In una postazione individuo un tipo che smanetta su un pc
così mi avvicino a lui, discretamente, quasi timoroso, sussurrando
miserevolmente: "Mi chiamo Maurizio Di Dio, sono quello che ha telefonato
ieri....", “Può essere, mi dice un certo Fabio della Uisp di Firenze, scrollando
già la testa a destra e manca come per dire no, nulla, mi spiace…Insisto. Devo
vedere,… se…., ma...,non so…aspetti il suo turno”.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Dopo aver visto passare davanti a
me almeno una diecina di persone di ogni razza con fogli in mano che gli
chiedono lumi sul buon fine iscrizione on-line, è il mio turno. Tocca a me: “allora? Che
desidera Signore?- mi chiede ancora sto
Fabio. “Guardi - gli dico - sono qui a Firenze e per caso ho saputo ieri della
“mezza”…..sa…, arrivo da lontano,….quindi mi piacerebbe…… Ho anche con me copia
sul telefonino del certificato medico…ho la tessera della mia società…ho tutto.
Mio figlio ci terrebbe davvero tanto vedermi correre per Firenze….Sta città
meravigliosa, orgoglio della nostra Cultura….
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Lo supplico, lo imploro…., credo
anche di avergli detto qualcosa di veramente imbarazzante a ripensarci bene. “Signore,
mi spiace ma non abbiamo nemmeno più un pacco gara a disposizione…però aspetti
un attimo…., vediamo, se trovo ancora un
pettorale libero, altrimenti, davvero, non se ne fa nulla!”. E si allontana di
un paio di metri dal suo posto.
Non lo perdo d’occhio neanche per
un istante. Allunga una mano in una cartellina…sfoglia, rimesta, tira fuori,
rimette dentro, poi tira ancora fuori…Finalmente ha in mano qualcosa. E’ lei: la
pettorina, ultima a disposizione, senza pacco gara. Numero 2055, è mia.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
E’ fatta. Corro! Rivado dai miei che
si erano allontanati anche un po’ per la vergogna e glielo dico. Tu sei pazzo, commento
di mia moglie…. Grande papino, corro anch’io con te. La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Da lì in poi trascorriamo la giornata
fiorentina tra convegno a Palazzo Vecchio, il pranzo, un caffè, una passeggiata
tra monumenti più famosi, un po’ di cazzeggio, shopping e qualche gelato.
Rientriamo in albergo quasi al pelo per prepararci. Alle 20.30 la famiglia è
tutta in “tiro”: si va a Palazzo Borghese per ritirare il riconoscimento di
Italia a Tavola. Palazzo Borghese è un posto da urlo, da libri di fiabe. Scaloni,
statue, specchi, quadri, pizzi, merletti, cornici, tendoni, tappeti, e ogni
meraviglia d’arte e non solo, che si vorrebbe, sono lì. In più, folla di gente tutta
in ghingheri con personaggi famosi ben disposti. Saluto, stringo mani, ricevo
complimenti, scambio battute, mi complimento anche io. Osservo, e prendo
confidenza col posto, tutto sotto gli occhi attenti di mio figlio che non mi
molla un istante e mi imita anche nelle pose.….Nei, non mi ricordo quanti, saloni
da fiaba c’erano postazioni di chef, stellati e non, che servivano ogni
bendidio di roba da mangiare. Giro di ricognizione per capire cosa e da chi
partire e poi con Cla e Enri, si va cogli assaggi di “Bengodi”.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Anche se il pensiero era sempre quello,
al domani, non potevo rinunciare, non potevo dire di no, non me la sentivo: fragoline di mare
al verde con polenta bergamasca dei fratelli Cerea Ristorante da Vittorio;
ravioli di cavolfiore e patata, spuma di latte di capra, olio di ricci di mare
e caviale di Claudio Sadler; la minestra
di fave con ricotta di pecora, gamberi rossi di mazara del vallo, ricci e pasta
di kamut (presa due volte, d’altronde lo sapete che vado matto per le verdure)
di Fabio Potenzano e Lorenzo Alessio; la pralina di coscia d’anatra con mela verde
croccante di Annie Feolde; la frittella di riso acquerello alla birra, aringa
affumicata e mascarpone al lime di Marco Stabile; il risotto regina vittoria
con gambero rosso siciliano e tartufo nero di Enrico Derflingher; gli spiedini
di calamari e carciofini con salsa all’arrabbiata di Daniele Zennaro; i
peperoni del piquillo con le alici del cantabrico di Matteo Scibilia. e poi i dolci di Gianluca Fusto di Paolo
Sacchetti; di Andrea Restuccia; di Federico Anzellotti di Matteo Berti, di
Francesco Cione, di Flavio Esposito, di Paolo Rovellini, di Marina Milan, di
Gian Nicola Libardi, di Cinzia Ferro…Tra uno e l’altro vini a gogò, tra
bollicine e fermi di ogniddove, bianchi e rossi.
Nel mezzo, ritiro anche il “premio” Italia a Tavola: nomination, palco,
foto di rito, ringraziamenti, ri-foto, ringraziamenti, di nuovo foto, ri-ringraziamenti….All’1
di notte scappiamo.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Per non sentirmi in colpa chiedo ai miei di allungare anche il
ritorno in albergo a piedi , a passo sostenuto, tanto è tiepida la notte
fiorentina. Per “digerire” meglio dico convinto…Sich!. No comment dei miei, ma
gli sguardi di Cla e Enri mi fulminano. Spegniamo le luci in stanza passate le
2.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Alle 6 sono già sveglio. Mi rigiro
un po’ nel letto, ma poi non ce la faccio più. Vado in bagno, Sciaccquata e partitina
a tennis sul cesso col tablet. Ne vinco 3 “esperto” di seguito, mai successo.
Poi mi vesto con quel che avevo dietro da runner. Claudia dorme beata. Enrico
apre gli occhi: “buona corsa Papino, - mi dice - vinci!”. Dalla gola soffocata
dall’emozione mi esce solo un flebile “grazie Amore, dille a mamma che ci
vediamo all’arrivo, con comodo, verso mezzogiorno….ma credo che lui non abbia nemmeno sentito, tanto ero strozzato in
gola.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
A colazione mando giù per forza un
paio di fette biscottate con nutella e marmellata, un po’ di frutta fresca e un
caffè. Ma soprattutto tra una cosa e l’altra mi scolo due litri d’acqua…. Alle
08.00 sono in strada per raggiungere la partenza della mezza. Si parte alle
09.30 ma non mi ricordo da che Lungarno. So solo che è quello a due passi da
Piazza Santa Croce. Per non sbagliare strada seguo la scia di quelli abbigliati
sportivi.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Finalmente, mezzo infreddolito,
arrivo a Piazza Santa Croce in festa: voci, richiami in tutte le lingue, volti
concentrati, volti sorridenti, riscaldamento di gruppo a suon di musica, foto,
selfie…., bagno. Appiccicato a una tensiostruttura laterale ad un certo punto scorgo
un immenso tabellone con su scritto “confronta il tuo nome col tuo numero”. Mi avvicino, scorro la D. Non mi trovo.
Panico!
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Vedo Fabio Uisp sempre lì al suo
posto. Mi riavvicino: scusa, non trovo il mio nome - gli dico. “Ecchè pretendi…,
il tabellone è pronto da ‘na settimana…, da quando abbiamo chiuso le
iscrizioni…., vai, tutto a posto. Vai, corri!” – non ti preoccupare e mi spinge
via.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Mentre tento di scaldarmi corricchiando
qua e là si materializza davanti a me Leonardo Romanelli, fiorentino Doc,
conosciuto ai tempi di Arcigola (oltre venticinque anni fa), una faccia
conosciuta, nella marea di gente, che non rivedevo da tempo. Tra una foto e
l’altra gli spiego e lui fa lo stesso: l’hanno coinvolto per raccontare la
mezza dal punto di vista di un enogastronomo. La sua cronaca la trovate
qui http://www.leonardoromanelli.it/half-marathon-firenze-2016-la-cronaca-di-un-critico-gastronomico/
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
Alle 09.30 siamo tutti schierati ai nastri di partenza pronti per il via sul
Lungarno. Dieci metri di strada in larghezza per quasi 1 km in lunghezza di variegata umanità, schierata in maglietta
e calzoncini per correre 21 km e passa. Siamo lì in trepida attesa dello start.
A vociare, a chiacchierare, a consultare il cronometro, a slegare e rilegare
scarpe, a sbattere le mani contro petto e cosce, a cercare volti conosciuti, a
richiamare amici, in tutte le lingue. La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!Io sono
lì solo coi miei pensieri. Penso soprattutto all’immensità dei monumenti
fiorentini che rivedo ogni tanto quando passo da Firenze e non smettono ma di
meravigliarmi. Penso se ho fatto comprendere bene ad Enrico quanto siano
importanti e quanto è grande e capace l’uomo: il Duomo, Il Battistero, la
Galleria degli Uffizi, Piazza della
Signoria, Palazzo Vecchio, Piazza della Repubblica, la Chiesa di Ognissanti,
Palazzo Pitti, Ponte Vecchio…. Tra poco
me li godrò correndo, alla mia maniera, sono tutti compresi nel percorso.
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?! Pronti, via. Da subito corro al ritmo dei miei passi, come lo chiamo io, cercando di
raggiungere i palloncini delle 2 ore che stavano circa mezzo chilometro prima
di me, essendo io partito molto indietro. Appena agganciati ho corso affiancandoli per un po’. Mi sentivo bene, Caspita! Mi godevo anche
tutto. La folla, i monumenti, la corsa, i miei pensieri. Così allungo ancora il passo. Ad un certo
punto mi rendo conto che sono ad uno sputo dai palloncini di 1 ora e 50. Li
supero su un ponte di un Lungarno.
L’ultimo passaggio sul Ponte Vecchio è da brividi con la gente che urla, batte
le mani, fotografa… La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?! Manca
poco è quasi fatta. Rettilineo del Lungarno e poi due curve, una a sinistra ed
una a destra, per arrivare in sprint al traguardo di Piazza Santa Croce: stacco
il cronometro e alzo gli occhi sul display dell’ora: 1:44:25. Quasi non ci
credo. Bestia!
La mezzaaaaamaratonaaaaa….?!?!?!
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