Non sprecare! Questo era
l’imperativo di quando ero piccolo. I mie genitori me lo dicevano sempre,
recitando uno dei detti popolari siculi che più mi rimbomba in testa ancora
adesso: “i jornu non nni vogghiu e la sira spaddu l'ogghiu ”, per dirmi per
esempio che potevo studiare di giorno, invece che dedicarmi ad
altro, e non alla sera quando non c’era più luce naturale e dovevo accendere,
(quindi sprecando), la luce elettrica. Ma soprattutto non sprecare era
l’imperativo dei miei genitori, per il cibo. Il cibo, mi hanno insegnato loro,
non è solo nutrimento, ma anche qualcosa di cui avere cura. Del pane
soprattutto. “Sprecare pane si fa peccato” mi dicevano. Il pane…., che alimento
straordinario! Pieno di simbolismi a capace di sfamare, con piacere. Mio padre
mi raccontava che quand’era giovane e in miseria si faceva un intero “
vastedduni” (una forma gigante con crosta spessa tipo pane Altamura), con una
sola oliva. Io ne vado matto. Peccato che trovarlo buono oggi, il pane, si fa
fatica. Il pane di ieri i miei me lo facevano godere d’estate “cunzato”: una
fetta di Vastedduni con crosta, olio extravergine di oliva a pioggia sul lato
della mollica, origano, fette di pomodoro, pecorino, filetti di acciughe salate, di nuovo
strato di primosale e poi ancora olio extravergine, fetta di pane a chiudere e avvolto nella cartadapane.
Oppure tutto l’anno, soprattutto la mattina del sabato alla maniera del “
u’Limiuni”: in un piatto fondo spremere un limone intero, aggiungere acqua
fresca fino al bordo, due o tre cucchiai di olio extravergine di oliva, sale e
inzupparci il pane di ieri, (ma quello buono), con crosta spessa. Aspettare che
il pane si ammorbidisca, ma non troppo e mangiare a cucchiaiate. La variante
più gustosa era quella con l’aggiunta di aglio sminuzzato fine, che ci facevamo
ogni tanto. “Sfama, Pulisce, Disinfetta, Rinfresca” – mi dicevano i miei.
Con le uova e i piselli al sugo invece me ne mangiavo una tonnellata.
Com'era buono il pane del giorno prima!
Con le uova e i piselli al sugo invece me ne mangiavo una tonnellata.
Com'era buono il pane del giorno prima!
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