mercoledì 8 giugno 2016

Identità in Carpione

Spesso e volentieri gioco sulla mia origine. Anzi sulle mie origini. Sì perché io l’origine ce l’ho doppia. Sono Piemuntiis, per “i me’ frat”: perché sono l’unico di loro nato e cresciuto quassù, a Bra provincia di Cuneo. Sono Terrone per tutti gli altri: perché “veniamo” da laggiù, da Piazza Armerina provincia di Enna. Dagli uni e dagli altri, molte volte, per i rispettivi motivi, non sono proprio considerato….. Così, visto che spesso prendo “schiaffi” a destra e a manca, capita che cedo alla facile mitizzazione della mia doppia origine. Evadendo ironicamente dalla prigione dell’Identità in cui mi si vuole rinchiudere. Sfruttando l’una piuttosto che l’altra origine, secondo come più mi fa comodo in quel momento! Tanto so che su tutte e due ci posso contare e di loro ho anche tanto da raccontare….. Per ampiezza di vita condivisa, per ricchezza di linguaggio, per umanità, per educazione ricevuta, per persone frequentate, per fatti, per usanze, per credo, per fantasia…. E, secondo il mio comodo, solo per gioco o quando serve, scelgo ogni volta se mettere davanti le maniere di una o dell’altra mia appartenenza. Se essere piemuntiis o terrone. Pongo, insomma, in risalto, ogni volta, istintivamente e in modo naturale, quella che mi sembra l’identità più appropriata per suggestionare, caricando di uno o dell’altro carattere…. Non vi nascondo che ogni tanto ci faccio dei bei film con sta storia! La mia tortuosa doppia origine non esime i miei gusti alimentari. Li ho ben fissi e ne vado fiero di tutti e due. Di quello piemuntiis e di quello terrone. Li considero tutt’e due roba speciale. Tutt’e due spiccatamente, orgogliosamente, ben fissi in me. Mi appartengono alla pari, come le mie origini. Sbavo per la Bagna Càuda, come per la Caponata, come per il Vitel Tunè come per i Babbaluci cu Sucu, come per i Plin come per la Pasta ‘Ntaganata….Su alcune stesse ricette, ho seri problemi però a fuggire da sta prigione e scegliere da che parte stare. Il Carpione ne è un esempio su tutti. Il Carpione...! Per me la portata del cuore in sto periodo di inizio estate. Il piacere rinnovato. Del miracolo del suo sapore, che migliora in frigo col passare dei giorni. Il Carpione….! Sia quello di matrice piemuntiis che terrone! Rappresenta la cornucopia delle mie sensazioni. Interpreta il gusto semplice e sensazionale, ma diverso, della mia doppia origine. Il Carpione….! Essenzialmente aceto, olio, aglio e salvia… Che per me diventa piemuntiis o terrone attraverso un sapiente gioco di equilibri di ciò che ci si mette dentro a rinvigorirlo. Per le quantità e le qualità dei liquidi, ma soprattutto per l’ingrediente principale, quello che poi si mastica. Ma che prima si impana e poi s'immerge a riposare. Il Carpione! Che cambia e diventa sempre magico, pregiato, secondo la mia leggenda. Così, per esempio, il Carpione con le Cipolle e le Sardine è la mia orgia terrona. Il Carpione di Zucchine, Uova Fritte e Petti di Pollo, invece è il mio profluvio piemuntiis. Un posto d'onore nella mia biblioteca dei ricordi, però lo occupa il Carpione dell’Osteria della Lovera, nella piccola frazione di Bonvicino, a due passi da Murazzano nella Langa mezzana. La Lovera la frequentavo da "giovinass", quando con passo incerto volevo diventare adulto. E profondevo in ogni attività che mi assicurava piacere....L'Osteria la mandavano avanti i rustici, e già allora anziani fratelli, Angelo e Franco, da tempo scomparsi. Loro il Carpione lo facevano con l'Anguilla, senza tanti fronzoli. Un piatto primitivo, virile, vigoroso. Per bocche esperte. Brusc! Selvai! Sontuoso nella sua modestia. Alla Lovera mangiavo l’Anguilla in Carpione come un autistico, che in quei momenti niente poteva turbare. Sensazioni forti, struggenti, di una purezza ed una selvatichezza tutta sua, capaci di abbattere in un niente il mio giovane diaframma del gusto e aprirmi sul mondo. Allora, ogni robusto boccone del Carpione di Anguilla, ma forse di tutto il cibo prodigioso che mandavo giù lì da Angelo e Franco - combinato con bicchieri di Dolcetto sincero senza etichetta - era una perfetta esplosione di gusto. Così agitatrice, che ogni volta era capace di incendiarmi la giovane mascella di felicità. E farmi crescere anche, ispirandomi desideri che, però, non posso scrivere qui!  

1 commento:

  1. Ma il carpione, è la scapece napoletana? Io credo che impazziresti, per gli zucchini alla scapece... o anche le melanzane. :D

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