martedì 11 aprile 2017

Traliccio Verdiano


Qualcuno, (Sigh!), ha scritto..., che un viaggiatore americano ha scritto: “Italy is the land of human nature”, l’Italia è la terra della natura umana… Grazie, ma non è che sta cosa ce la doveva certificare l’americano... La scorsa settimana mi trovavo per lavoro a Polesine Parmense, ora Polesine Zibello, nella campagna rigogliosa delle Terre Verdiane che tiene ancora vivo il ricordo di Giuseppe Verdi. Come pure di Giovannino Guareschi, il papà di Peppone e Don Camillo… (Sigh!), che dalla vicina Fontanelle di Roccabianca si recava spesso a Polesine, dove le memorabili battaglie fra il parroco don Davighi e il sindaco Carini gli avrebbero dato lo spunto per creare i suoi personaggi. Terra bella, fertile, ma dura, questa. Paesaggio color verde e ocra, campi sodi sterminati, gente meravigliosa. Col Po che non concede confidenza, anche se gli argini “sentinelle” dovrebbero rassicurare…, (Sigh!). Qui a Polesine Zimbello si trova il più importante giacimento italiano di salumi eccezionali. E l’Antica Corte Pallavicina dei Fratelli Spigaroli ne è la realtà più rappresentativa. Una roccaforte garbata affacciata sul Po, vocata alla produzione e alla trasformazione di Culatelli da maiali di ogni razza, compresi quelli dell’Antica “Nera Parmigiana”. Messi a stagionare nel loro habitat più naturale, in meravigliose antiche cantine… Chi non le ha mai viste non si può rendere conto della loro straordinarietà. Ogni volta che arrivo a Polesine Zibello, però, mi rendo anche conto che la campagna italiana, a volte, è anche violentemente italiana, … (Sigh!). Nel senso che ci sono posti in cui il cattivo gusto prevale e riassume preciso l’equivoco italiano. Infatti, appena poco prima di arrivare alle storiche cantine dell’Antica Corte Pallavicina, dove il Culatello riposa per trovare la sua massima espressione colla maturazione naturale, giace un gigantesco traliccio elettrico... Ad un palmo da una delle meraviglie di sto Paese…, uno gira l’angolo, alza la testa, e si trova davanti uno degli sfregi dell’età dell’inurbamento, (Sigh!)... L’eco mostro alto come un palazzo di dieci piani, è lì a inquietare…, sui pascoli, a due passi dal grande fiume. Sto elettrodotto è imbarazzante, ingombrante, mette a disagio. Deturpa il paesaggio rurale, fiabesco, di campi frequentati da mucche, da maiali, da galli, da galline, da lepri, da pavoni, che si rincorrono allo stato brado. Io ogni volta lo soffro st’intruso di ferro messo lì…, (Sigh). E’ fortemente interferente a quel che c'è attorno, non solo per le spropositate dimensioni… E’ un insulto ai campi felici di sta Bassa! Mi fa strano come certe associazioni ambientaliste, impegnate a difendere certi posti dai nemici del paesaggio, non si siano ancora fatti sentire per cancellare sto obbrobrio da qui. Chissà come reagirebbero i due nemici storici del Guareschi, che molte volte hanno lottato fianco a fianco per gli stessi ideali, ad un simile scempio. Credo che nessuno dei due lo porterebbe come trofeo morale del benessere… Forse, però, loro, avendolo ereditato, magari cercherebbero perlomeno di farlo diventare un ulteriore attrazione magica di sto posto… Chessò..., per esempio, facendolo trasformare da qualche architetto del paesaggio in una sorta di simpatico faro totem del culatello…, (Sigh). Sono sicuro che Don Camillo e Peppone, d’accordo, lo darebbero almeno in mano a qualche Istituto Europeo del Design per un progetto che potrebbe trasformare sto pugno in un occhio in un esempio del bello… Per ridare, soprattutto, la giusta soddisfazione ad un patrimonio unico ed inestimabile di sto territorio come l'Antica Corte Pallavicina... Ma anche ai duri sacrifici della famiglia Spigaroli che quotidianamente cura sto speciale fazzoletto di terra con la passione e l'orgoglio d'altri tempi...

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