Domani è il mio compleanno..., e anche quello di mia sorella
Iole. Io però ne faccio solo 54…, (Sigh!). Nel mio ufficio, sulla parete davanti
alla mia scrivania, c’è appesa una foto d’epoca a colori della mia famiglia. Ci
siamo tutti e 8 rigorosamente in posa. Io, il più piccolo della nidiata, sono
in braccio a mia mamma… In sta foto avrò avuto manco 3 anni. Nella circostanza siamo
tutti vestiti da festa. Ne vado orgoglioso di sta foto…, (Sigh!). Tanto che, anni
fa, quando la scovai tra gli album di famiglia, ne feci fare 6 ingrandimenti che in una certa occasione regalai a ciascuno
dei miei fratelli e sorelle. I ritratti di famiglia sono stati un genere
artistico di incontrastata fortuna nei secoli passati, fino agli anni 70…,
(Sigh!). Era nel ritratto di gruppo che la famiglia si rappresentava e si
autocelebrava... Credo fu così anche per noi! La foto di famiglia era un modo
dei miei per farci scoprire di essere protagonisti anche oltre le mura di casa.
E credo, anche, una sorta di esorcizzazione della nostra appartenenza sociale. Ricordo
che a Pasquetta nell’immancabile appuntamento con la storica rassegna della
Fiera zootecnica di Bra, mio padre e mia madre, con sta scusa, ci portavano a fare lo scatto di famiglia. Si andava tutti dal fotografo che si trovava
alla fine di via Umberto, dalla parte opposta al Politeama. Ne ho viste
parecchie di foto che ritraggono famiglie di amici e parenti sullo stesso stile
di questa... Tutti rigorosamente in posa. Ma mentre in ste foto le persone ritratte
mostrano con disinvoltura il proprio status sociale… (Sigh!), con lo
sguardo verso l'obiettivo che li ritrae con orgogliosa partecipazione e
ostentazione del nucleo cui appartengono, in questa foto leggo in ciascuno dei
componenti della mia famiglia un porsi discretamente in penombra..., (Sigh!). L’unico
fuori dal coro sono io…, (Sigh). Forse perché mi trovo lì senza
ancora sapere bene il perché… Con sto
sguardo infantile, quasi di sfida, con una faccia da pirla
pazzesca... Uno sguardo che mi emancipa dal contesto narrativo di sta foto e rafforza in me l'idea di
consegnarsi all'innocenza dei bambini per aggirare le barriere convenzionali e i tabù
opprimenti della società degli adulti. Mi sconcerta quest'eccesso di realtà che
comunica sta foto. Ogni volta che la osservo meglio è sempre più sorprendente….. Quasi
un monito a trarne insegnamento.., (Sigh!). E diventa per me anche un pretesto per
riflettere meglio sui rapporti interpersonali…, più intimi. Per pensare quanto la famiglia sia per eccellenza il luogo
fisiologico e concettuale della memoria individuale e collettiva. E a domandarmi, ogni volta, a che cosa ci riferiamo quando parliamo di
famiglia...
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