Una foto scattata dallo spazio mentre l'Etna erutta, stava
spopolando sui social dopo che Thomas Pesquet, ingegnere e astronauta francese
dell'Agenzia Spaziale Europea l’ha pubblicata l'8 marzo su Twitter. L’immagine
sembra un’opera d’arte moderna! Qua è là macchie bianche e macchie nere, fatte col
pennello… Un critico gourmet la intitolerebbe riso, nero
di seppia e burrata … Per mio figlio, invece, è quel che rimane di un pezzo di carta bianca cominciata a bruciare..., (Sigh!). Martedì 14 marzo,
uno dei crateri dell’Etna è esploso e il materiale piroclastico ha
beccato una dozzina di persone che si trovavano sul Belvedere del
vulcano a 2700 metri d’altitudine...! Tutti salvi. Svanito l’effetto mediatico della
straordinaria immagine di Pesquet, inizia una due giorni di servizi-tormentone sull’episodio "Etna e i
malcapitati"... Venerdì 17 marzo, fine di tutto..., (Sigh!). In un niente si è passati da una certa ammirazione verso uno spettacolo della natura, in un posto
straordinariamente unico rivelato da una foto, ad un sentimento opposto e contrario formulato da
una cronaca attenta solo a conquistare qualche lacrima di popolo.... (Sigh!). In un mondo sempre più abituato da suoni
nuovi e pervasivi, però, io, da ste poche righe, voglio ridare all’Etna il giusto posto che merita. Attraverso la voce dell’autore Nino Savarese, (Enna 1882- Roma 1945), che scrisse “Gita sull’Etna". 20 pagine che fanno parte del libro “Cose d’Italia”, di cui vi consiglio di leggere anche gli altri racconti di suggestivi luoghi d'Italia scritti dall'autore ennese tra il 1930 e il 1932, curato da Leonardo Sciascia. Gita sull'Etna è uno spaccato di cronaca geologica sapienzale, pieno
di amore per la terra e i suoi segreti... Con il racconto dei paesaggi, che
mutano man mano che l’autore sale verso il cratere... Pennellati dalla
sensibilità del senso culturale che la cronaca di oggi ormai ha lasciato cadere. Gita sull'Etna corre accanto a chi legge proprio con la continuità cadenzata che l'ha costruito, lungo le giornate del suo autore: ritrova cioè il percorso di un diario, tutti gli interni momenti della preparazione, della scoperta, dell'attesa, dell'accadimento... Un racconto che, più di ogni altra cosa, ti fa venire voglia di catapultarti in Sicilia per salire fin lì e godere delle meraviglie dell'Etna.., (Sigh). "... Camminiamo tra vigneti ubertosissimi; si intravedono casette nere e bianche tra i pomari, e sentieri bordati di erbe e di fiori spontanei, e muriccioli pure neri, che chiudono poderi traboccanti di frutteti...". “…Si sente di varcare la soglia di una terra governata da altre leggi naturali, soggiogata da altre forze a noi del tutto sconosciute...". "... Così che l’occhio
non può mai abbandonarsi ad una contemplazione riposata ed ingenua. Si guarda
questa terra con un certo sospetto, anche dove essa appare rigogliosa ed
intatta. Come si guarderebbe un corpo sparso di foruncoli, i quali, sebbene
emarginati, non possono fare a meno di ricordare il passato martirio e tenere l’animo
incerto con la minaccia che il male ritorni…”. "... Alle volte, sono pietre messe le une sulle altre che si alzano appena sulla confusa distesa delle punte, ma se pure non le avanzano, si distinguono lo stesso dalle altre punte dei mucchi casuali, perché mostrano il segno della volontà di un uomo, che è venuto su questo deserto sconvolto a lasciare la traccia di una sua intenzione...". “… Questi agricoltori etnei sono
condannati a misurare con la brevità della loro vita i rivolgimenti naturali ai
quali, in genere, l’uomo non partecipa mai col proprio sentimento e con il
proprio benessere…”. “… Qui si deve vivere come tenendo i piedi sopra una terra
magica, in cui sono possibili alla luce del sole le più meravigliose
apparizioni. Contadini e pastori non seguono solo gli umori dei venti e delle
nuvole che portano il refrigerio della pioggia, ma tenendo l’orecchio ai boati
dell’enorme montagna che sovrasta ogni loro orizzonte, e di notte guardano se
non si accenda nel cielo o nel baratro delle valli qualche riflesso di fuoco”… "...Questa non è campagna solitaria, né deserto, è un segreto della natura al quale l'uomo si sente terribilmente estraneo. Qualche rarissimo uccello che solca l'aria fredda sembra aver sbagliato il suo volo, e sembra fuggire col cuoricino in gola, verso gli alberi del basso...". “
Ecco l’Etna squarciata da cima a fondo: non è una valle, ma un’enorme
lacerazione nera di venti chilometri di giro! Le parte di, di roccia basaltica,
sono ripide o a picco; grossissimi massi sporgenti sembrano brandelli rimasti
attaccati alla enorme ferita, e creano ombre profonde e cavità dentro le quali
l’occhio non penetra... "... "... E’ l’abbandono di ogni
legge, anche di quella che il fuoco si era data a se stesso con gli sbocchi dei
crateri: un momento di pienezza furibonda, uno scrollo di impazienza che
dovette far tremare tutta l’Isola e ribollire i suoi mari…”. “…La natura sembra
assorta in una segreta fatica che l’uomo non può né ammirare né comprendere…”. Per la “Cronaca”…, (Sigh!).
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