Ho
saltato non so quanti lunedì, dicendo ogni volta che era quello buono per
rallentare col mangiare e bere. Quasi ogni fine settimana mi prometto che dal
prossimo lunedì devo andarci piano…. Ora che siamo in periodo di quaresima,
anche con sta scusa, un po’ d’astinenza volevo davvero praticarla. Non però
come forma di penitenza e segno di avvicinamento alle ragioni dello spirito!
Per me non esiste alcun rapporto tra il cibo e l’immortalità dell’anima…! Ma
niente da fare... Non ce l’ho fatta neanche sta volta. Non resisto al “prurito
della gola”. Sono sprovvisto di vergogna gastronomica... Mi metto in solenne
disposizione quando la gola mi prude… Due giorni di Campionati della Cucina
Italiana, durante “Beer Attraction” di Rimini, hanno ancora una volta
debellato tutte le mie buone intenzioni... Ma poi…, come si fa a pensare di
fare dieta proprio lì? La Costa Adriatica rappresenta il centro di uno dei miei
miti culinari…. Lasciamo perdere tutto il classico menu romagnolo..., ma volete
mettere la Piadina? Sul suo carattere peccaminoso di cui molto si potrebbe
dire…, anche solo per quel suo bel modo di farsi riempire…?!? La Piadina, anzi,
senza diminutivo, la Piada è un cibo magico, provocazione per gente di ogni
età, condizione sociale e sesso…, senza tempo né spazio definiti. La Piada si
adegua al nord come al sud, a mezzogiorno come alle due di notte. La metafisica
di questo cibo si basa soprattutto sulla sua non solennità... E' un cibo
democratico! Si addice ai romagnoli, agli italiani, agli occidentali quanto
agli orientali. Sono un così accanito seguace e sbavante divoratore della
Piada, che nei due giorni passati lì ogni momento era buono per divorarmene
una. La Piada che mi piace però è causa ed effetto di un sottile artigianato...
E' un raffinato macramè al servizio del palato. Cerco leggerezza, fragranza,
golosità in una Piada…, nel suo gusto ancor prima di essere farcita. Amo
scoprire e assaporare, prima, la virtù allettante dei suoi ingredienti. Tra i
diversi modi di mangiarla, la mia preferita - la “Piada del Chiosco” del laboratorio artigianale Fresco Piada di Riccione che le produce come una volta con le
azdore che le cuociono a mano una ad una - la farcisco con squacquerone in
piena foresta di rucola e prosciutto crudo tagliato a coltello. Senza sensi di
colpa, anzi, nella mia permanenza lì, ogni volta che mi
veniva voglia, andavo alla ricerca della mia Piadina filosofale, intonando un bel
refrain dei mitici Righeira appena appena modificato..., “Vamos a la Piada..., ohh,
ohh, ohh, oohhh..."...
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