mercoledì 11 luglio 2018
CR7
Cristiano
Ronaldo Dos Santos Aveiro, CR7, è della Juve. L’effetto Ronaldo alla Juve ha
prodotto uno tsunami di messaggi sul mio telefonino che a paragone un fall-out
è roba meschina. Tifo Juve, ma non sono sfegatato. Ho scelto da piccolo la Juve
perché a Bra, dove sono nato e cresciuto, per la maggiore, o tifavi il grande
Toro, oppure, come tutti quelli come me di origine meridionale, grazie agli
Anastasi, Causio, Cuccureddu…, eri della Juve. Nell'età matura amo la Juve
anche perché prima di essere squadra è un’azienda. E prendere Ronaldo secondo
me è stato un capolavoro manageriale. La pubblicità ed il marketing stanno
entrando su questa ossessione calcistica di inizio estate a gamba tesa. Il fine giustifica i mezzi. Chiunque accenderà d’ora in poi un qualsiasi dispositivo video, vedrà CR7,
l’artista del dribbling, correre con un deodorante in mano, urlare in posa a
petto nudo il nome di una bevanda energetica, a reclamizzare un’auto, una
Finanziaria…, un cellulare, un checcaspitanesò, che a confronto le più super
modelle più super pagate del mondo diventeranno fantasmi. L’effetto è
rintronante e la Juve lo sa. Il sogno è partito e guai a chi lo ferma. Il giocatore che ha vinto più cose in assoluto, a
squadre e da solo, che ha segnato un botto di gol a tutti, è da oggi il
protagonista del romanzo popolare, nella stagione della distrazione
superficiale. Credo, anche, non solo per tutti quelli che hanno invaso il mio
cellulare di messaggi, per coloro che amano il calcio. Vero Gennarino, Franco,
Marco, Gianpiero, Gianni, Francesco, Luca, Nicola, Giuseppe, Aldo…..?
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