Ieri pomeriggio, al telefono, di rientro dal Sigep di Rimini:
"Pronto, Beppe?... Sto arrivando dalle tue parti... se sei in zona ci
prendiamo un caffè....". "Si dai Mauri, però devi venire da
Francesco, c' è anche Felice…, stiamo lavorando due maiali...". Ci sono rituali
contadini che per me rimangono mitologici. E dalle poche parole di Beppe,
uscite con tono parodistico, ho captato che non avrei potuto perdermi quel
momento. Ho intuito che avrei vissuto l'eccezionalità dell'evento. Quando
arrivo lì, la scena, lo spazio, le persone e i gesti, mi sembrano un sogno.
Dentro un garage, tra morse, chiavi inglesi, e attrezzi vari, si stava
consumando un modello arcaico, un traboccante folclorico rituale contadino
d'altri tempi. Una celebrazione padana che le generazioni del Mac Donald’s non
conoscono. Il film a cui stavo assistendo aveva il bianco e nero de’ “L’albero
degli zoccoli”, nell’immaginario delle nuove leve che i salumi sono
abituati a vederli belli pronti già imbustati. La liturgia del maiale si stava
consumando proprio lì e non vi dico quanto avrei desiderato che con me, in quel momento, ci fosse anche mio figlio…. In un’atmosfera che sa d’epoca, ho visto esplodere
sinfonicamente la grande cerimonia del suino. Il norcino che stava lavorando
con precisione, Francesco, ha appena 32 anni, ma il suo livello di
professionalità è di alta sapienza artigiana. Con ardente e fiero spirito, abilità
e destrezza, aveva già realizzato 4 prosciutti e 4 pancette stesi su delle lunghe
ante di legno. Tutti fuori misura, di dimensioni giganti. Cose che per le
produzioni industriali non hanno senso e che invece qui, grazie a lunghissime stagionature le rendono uniche. “Devono
frequentare almeno il secondo anno dell’asilo prima di essere consumati”, mi
dice Felice, uno dei grandi cerimonieri, mentre stappa una bella bottiglia di vino
rosso che consumiamo con pane della Bassa, Strolghino, Lardo e Pancetta. Me ne vado sconsolato da sto luogo
mitico, anacronistico, naturale, compatto, amicale, che mi ha visto testimone
di quel rito magico. Ho dovuto rinunciare all’invito di oggi per il festeggiamento del maiale. Oggi Francesco e la
sua compagna Chiara, in sto garage, con alcuni amici insaziabili gourmet, alla
faccia del maiale, consumeranno tutte le “porcherie” consentite: salsicce,
sanguinacci, ciccioli, salami, lardo, pancette,… e vini superesclusivi.. Me li
sto immaginando….! Mannaggia!! Senza essere antropologo so che oggi, in via La Gatta, in sto garage di campagna della Bassa Parmense, andrà in scena la festa più
trasgressiva con la bestia più allusiva. Alla salute del porco, simbolo di una natura
sessuale particolarmente calda e di desiderio insaziabile…
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