Mancano
dieci giorni a Natale. Che fatica! Pare che ci sia sempre molto tempo prima di
arrivarci - colpa di alcune pubblicità che per mesi e mesi ti
martellano con messaggi del Natale che è vicino - e invece tra poco è Natale.
Amo il Natale. E la festa degli affetti. Da gagno il Natale significava
regali, zampognari, Gesù Bambino, Presepe, Pastorale, parenti, amici, nottate,
tombola, cibo a manetta, torrone e panettone. Adesso è anche una fatica. Perché da “grande”
significa, soprattutto, fare regali. Così, vicino al Natale, adesso entro in
stato di agitazione crescente… Brancolo nel buio. C’ho sto chiodo fisso dei
regali da fare…. Che alla fine sono scambi, quasi mai alla pari…, purtroppo, mai
azzeccati! Che senso ha tu fai una cosa a me e io faccio una cosa a te…? Mah? Dirò
una cosa banale, ma sostengo da sempre che sarebbe più facile che ciascuno si
comprasse quel che desidera. E invece mi devo scervellare per indovinare gusti,
colori, forme…., per sbalordire chi riceverà il dono, senza farmi sgamare. Il
mio pensiero fisso per giorni e giorni è cercare di capire qual è il regalo da
fare senza che il destinatario lo sospetti. Comincio a lavorare nella massima segretezza,
cercando complici silenti…, esplorando alla 007 ogni minima mossa. Lancio parole
“a muzzo”, con apparente non curanza, spiando trepidante le reazioni. Faccio
domande senza senso apparente, mettendo assieme strani grovigli di cose dette e
non dette…, divento scrutatore attento, guardone, dei miei destinatari! Alla fine,
ogni volta, sfinito, getto la spugna. E per rilassare i miei sfinteri dell’anima,
senza sconvolgere i punti cardinali della buona chimica della generosità del
Natale, con coscienzioso sforzo di chi ha dato tutto, e schiavo del buon senso
di chi non vuole sbagliare mai, mi dichiaro umilmente… “cosa ti piacerebbe
ricevere sotto l’Albero?”.