martedì 6 giugno 2017

Il mare in bottiglia

Sarà perché si sta avvicinando il solstizio d’estate…, ma oggi il mare è alla ribalta dell’informazione. Non solo perché è il suo tempo, o per l'assegnazione delle Bandiere Arancioni, o per l'assalto delle folle di bagnanti, ma anche per certi atteggiamenti curiosi e disinvolti che gravano su di lui. E’ notizia bizzarra dell’altro giorno, per esempio, che un signore di origine siciliana si è messo in testa di produrre bottiglie d’acqua del suo Mare... So bene come dice Baricco che "... il mare per chi è nato sentendo il suo odore, per chi l’ha sfiorato da bambino, entra dentro, inzuppa anima e corpo, così da rendere difficoltoso il distacco...". E capisco che sto sognatore siciliano non accetti di vivere senza il mare della sua Isola e anche che si sforzi in tutti i modi per assecondare il suo desiderio, producendo  acqua marina della sua Terra da ingerire attraverso il cibo..., “così i piatti sono più saporiti” - dice. La fantastica idea di sto catanese che ovviamente da tempo vive e lavora in qualche grigia città straniera, pervaso certamente del ricordo più nostalgico di ciò che non ha più, nasce per soddisfare innanzitutto il suo desiderio di avere a portata di mano il bene più prezioso del luogo d'origine…, Ma anche per fare business e venderlo come “ingrediente fondamentale per una cucina di mare” . Il soggetto in questione, fa notare che l’acqua che lui mette in bottiglia è prelevata rigorosamente solo nel Mar di Sicilia, segue un trattamento di microfiltrazione, depurazione e imbottigliamento, per essere venduta infine alla modica cifra di 10 euro al litro… (Sigh!). “Sembra di sentire il gusto del mio mare in ogni boccone”, è il suo giudizio. C’è da dire, ad onor del vero, che  l'acqua di mare, come ingrediente di cucina, figura storicamente nei manuali di gastronomia…  Ne sa qualcosa un certo Andy Inglis, scozzese ex-funzionario dell'Onu, che st’idea di imbottigliare l’acqua di mare, ma non siciliana doc, l’ha avuta una decina di anni fa, rifacendosi probabilmente proprio ai testi antichi di cucina… Oppure, stimolato dalla consueta pratica del famoso Ristorante Noma di Copenhagen, nominato tempo fa come migliore del mondo, che nel suo menù offre da sempre alcuni piatti cucinati con acqua di mare..., del Baltico però! Tuttavia, festose cerimonie, in cui si reggono vertiginose idee, come questa verso il mare, le esercitano anche altri. Per esempio esistono alcune aziende di vino che in acqua, tra pesci, coralli, conchiglie e alghe, hanno pensato di far maturare i loro vini. Magari pensando che sui fondali marini esistono le condizioni ambientali più ottimali..., come insegnai il ritrovamento di alcune bottiglie datate 1840 scovate nel 2010 sui fondali del Mar Baltico dentro un relitto di una nave affondata. C’erano casse e casse di Champagne Veuve Clicquot Ponsardin, Heidsieck e Juglar..., che a quella profondità, senza luce e a temperatura oceanica, ha permesso a sti vini di perfezionarsi… Dicono che siano vini unici per colore, perlage, bouquet, lunghezza di gusto, eleganza...! Così in Italia, per esempio, a 200 metri dalla spiaggia della Baia del Silenzio di Sestri Levante,  le cantine Bisson da alcuni anni hanno pensato di far maturare la produzione di Metodo Classico ricavata da uve liguri autoctone…  Ad Alghero invece la Cantina Santa Maria la Palma, a 30 metri di profondità, nell'area marina protetta di Capo Caccia-Isola Piana, fa maturare il suo spumante a base Vermentino... Mentre l’Adriatico custodisce bottiglie di Merlot, Albana, Cabernet e Sangiovese della Tenuta del Paguro di Brisighella! Per non far sembrare troppo "italiani" sti riti d’azione delle Cantine verso il mare, sappiate che anche alcune importanti aziende di vino francesi si sono ispirate alle profondità delle acque salate per affinare i propri vini…. Château Larrivet Haut-Brion, per esempio, nell'Oceano, ha inabissato uno dei suoi Bordeaux più pregiati! Tanta disinvoltura enogastronomica, che certamente non batte alcune altre formidabili stravaganze  di cui ogni giorno si riempie la nostra vita, fa sperare però che il mare non diventi sempre di più uno spazio inquietante, di trasandatezze diffuse, su cui grava la responsabilità di fornirci ad ogni costo qualche altro sapore "gustoso" del quale i nostri sensi potrebbero essere lusingati. Per non sbagliare, io rimango sui pesci..., ci metto pure le alghe per par condicio verso gli amici Vegani! Sennò, a sto punto, riprendendo una famosa citazione di Bana Yoshimoto, viene spontaneo chiedersi: “Nelle città senza Mare… chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio…?... forse alla Luna?...”.


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