mercoledì 2 marzo 2016

Critica e Creazione

In sto periodo sento sempre più frequentemente dire che, prossimamente, un critico gastronomico affermato, un opinion leader del settore di indubbio successo, aprirà un ristorante. Quindi, se questo è vero, egli non si contenta di fare il critico, il sociologo, il filosofo, il polemista….Vuole fare anche l’artigiano del cibo, l’eroe della cucina (come mi piace chiamare i cuochi professionisti che lo fanno per mestiere). Giudicare, da che mondo è mondo, è stato sempre facile. Difficilissimo è mettersi al posto del giudicato e fare come, o meglio. Nel mondo della ristorazione ciò che secondo me dovrebbe determinare un giudizio sensato, non sono tanto i dati soggettivi del giudicante, quanto i dati oggettivi che appartengono al giudicato e a quel che gli permette di professare. I dati soggettivi infatti appartengono a quella sfera del gusto, soprattutto in generale e del modo di vedere le cose, di cui ciascuno mette una regola o un “gusto” proprio e si riferiscono quindi alla sfera intima di ogni soggetto, che deriva dal proprio vissuto….Intendiamoci, dove ci sta anche la qualità, ma qui si apre di nuovo un mondo perché come detto sopra i parametri cambiano secondo ciascuna esperienza. Il dato soggettivo cambia quindi da soggetto a soggetto visto che non siamo tutti uguali e i gradi di giudizio su questi argomenti, fortunatamente, sono differenti. Ma il dato oggettivo invece, quello che dovrebbe essere il dato universalmente riconosciuto come principale per un giudizio democratico e vero, cos’è? E’ tutto ciò che è esterno al gusto del giudicante, che esiste indipendentemente da lui (giudicante), e che ha un alto grado di universalità.  Sono quelle regole di base che stanno dove il piatto inizia a prendere forma. E delle quali bisogna tenere conto, oltre il fatto scontato che chi cucina sa farlo comediocomanda. Sono l’etica, la pulizia, l’ordine, i tempi di esecuzione, il rispetto dei codici gastronomici, la conoscenza della strumentazione riferita alle diverse tecniche di cottura….Ma chi giudica dovrebbe conoscerle. E a studiare si fa fatica!


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