martedì 16 gennaio 2018

Sci, sci, sci

E' successo domenica, in Austria, a Bad Kleinkirchheim, nella profonda Carinzia, sulla pista intitolata al leggendario Franz Klammer. Una pista difficilissima, tutta curve, ripidi pendii e soprattutto un fondo ghiacciato. Prima Sofia Goggia in 1.04.00, seconda Federica Brignone in 1.05.10 e terza Nadia Fanchini in 1.05.45. Grandi! Che spettacolo! Podio tutto italiano, tutte femmine! Giornata storica il 14 gennaio, senza precedenti per lo sci azzurro. Ho goduto come un mandrillo. Amo la montagna. La amo e la stimo, ma non la scio. Lo sci l’ho praticato veramente poco, giusto un paio di volte. Da giovincello spudorato, pensavo fosse semplice. Mi ricordo la prima volta. Pura improvvisazione. Andai ad Artesina con amici più grandi e sgamati. Con l’entusiasmo di voler sfoggiare sulle piste innevate il mio piumino G.A. a strisce rosse e blu, con sulle spalle una mega aquila…, talmente grande che inquietava persino… Giornata di sole splendido. Affittai scarponi e sci e decisi che avrei sciato coi jeans e il piumino col logo dell’Aquila. Indossavo anche i Cèbè a specchio, color arancio, che ancora conservo. Mi sentivo fighissimo! Pensavo di sfidare per la prima volta le piste, così. Intraprendenza, fiducia e fantasia non mi sono mai mancati. Il mio stile G.A. si rovinò alla prima presa dello skilift che avrò perso almeno 4/5 volte prima di arrivare con fatica e mezzo marcio alla prima cima. A scendere ancora peggio. Più che sciare scivolavo…, lanciato come un proiettile…, mentre imprecavo come un pazzo pista alla gente che sfioravo o centravo rovinosamente. Mi ricordo non so quanti  tuffi nel vuoto e drammatiche capriole sulla neve… Gli sci sparsi per la pista, la faccia piantata per terra… gli occhiali sbrindellati. Mi ricordo che testardamente però non mollai e mi abbandonai incondizionatamente agli eventi. In trance, sugli sciolinatissimi sci, continuai a scivolare, a cadere, a rialzarmi, ancora per ore e ore. All’ultima interminabile discesa, confuso, bagnato, distrutto, surgelato, mi precipitai dagli amici che mi avevano accompagnato e salii sull’auto coi brividi di freddo dappertutto. Una volta dentro, col riscaldamento acceso a manetta, mi spogliai di tutto. Rimasi anche senza mutande che misi  ad asciugare col resto, in ognidove dell'abitacolo, dopo averli liberati dai residui di ghiaccio…. Al casello autostradale di Mondovì e a quello di Marene, qualche casellante, (quello che rilasciava il biglietto all’ingresso e quello che riscuoteva all’uscita), dovrebbe ricordarsi quel penoso quadretto sulla 127 coi vetri appannati....


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